sabato 28 ottobre 2023

INDIMENTICABILI PAGINE SQUADRISTE

 


“Nel frattempo, i miei quattro camerati, richiamati dall’insolito clamore, filtrarono tra la folla per raggiungerci. Pompei, superato l’ultimo sbarramento, mi cadde ai piedi colpito da una pugnalata alla coscia; peggiore sorte toccò a Gasparri che s’ebbe mezza lama all’inguine. Ma tutti ci raggiunsero, per fortuna. Il sangue dei feriti cominciò a chiazzare il lastricato. Il sangue ha un formidabile potere eccitante. Iniziammo, con estrema decisione, l’impari lotta.

Ricordo che, dietro alle nostre spalle, era l’ufficio daziario del Comune, ed ivi si trovava, dicesi per caso, un noto maestro sovversivo. Un colpo di bastone bene assestato, e l’uomo si adagiò nella più riposante posizione orizzontale. Cominciarono i primi colpi di arma da fuoco. Eravamo troppo facile bersaglio. Ordinai di mettere le spalle al muro, e di rispondere, tirando sulla mira. Quando c’è di mezzo la pelle, la più gran parte pensa di metterla al sicuro. La folla rinculò, sparendo nei portoni delle case e nelle strade adiacenti la piazza. Il primo successo ci trasformò in energumeni, dalla difensiva passammo all’offensiva, e, dopo pochi minuti di una indescrivibile drammaticità, conquistammo il pieno dominio della piazza.

Eravamo quattro; gli altri due, feriti, giacevano bocconi, mordendo la terra. Avremmo seguitato a dar battaglia, in preda all’eccitazione ed all’ebbrezza del  successo, se l’immobilità dei nostri due camerati ed il molto sangue che avevano perduto, non ci avessero richiamato all’umano dovere di soccorrerli.  Li sollevammo. Erano di un pallore cadaverico, e non profferivano verbo. Cercammo della macchina, pur vigilando le uscite della piazza e le finestre. Non c’era più. Ne fummo seriamente preoccupati. Non ricordo chi di noi la trovò nascosta in un vicoletto poco lungi dal terreno della contesa. L’autista si era prudentemente messo al riparo. Caricammo i feriti. La vettura era scoperta e la affidai a Rossi e Vespignani. Io presi posto vicino all’autista, in piedi, beninteso, e gli ordinai di prendere la strada alla fine della quale, prima di lasciare il paese, era una lunga scalinata”.

E’ un brano tratto da uno dei pezzi contenuti nel volume, che parla di squadrismo marchigiano. A raccontare Raffaello Riccardi, giornalista e scrittore,  instancabile animatore del primo fascismo in zona. Figlio di imbianchino, nato a Mosca dove il padre era emigrato in cerca di lavoro, sarà decorato in guerra, e poi ferito, carcerato, latitante in Sicilia durante la vigilia.

Il resto, nel libro.....

Giacinto  Reale,

ricercatore storico

https://www.facebook.com/giacinto.reale.98   

Link per l’ acquisto del libro :

https://www.lulu.com/shop/raffaello-riccardi/pagine-squadriste/paperback/product-74vyzq.html?page=1&pageSize=4



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