Un ritratto poetico e
spesso commovente di Fiume, così come si presentava nel 1923, all’ alba della
sua annessione all’ Italia, dopo che essa era stata destinata a riunirsi alla
madre patria italiana, grazie all’ epica impresa di Gabriele d’ Annunzio e dei
suoi legionari. La penna di Giulio Caprin, irredentista della prima ora e
scrittore di vaglia, ci descrive la storia e l’ immagine della città in quel
preciso momento storico, rimarcando la sua antichissima identità italiana, fin
dalla sua fondazione ad opera di Roma e la sua permanenza millenaria all’ ombra
del leone di San Marco nella Repubblica Veneta. Circondata da sempre da
popolazioni ostili ed estranee, per l’ autore è quasi un miracolo che abbia
mantenuto fino ai tempi moderni la sua identità , fatta “… di una italianità
spontanea che sembra radicata nel suolo stesso e che i venti discordi della
fortuna non riuscirono a disperdere”. Il libro è arricchito dalle splendide
fotografie della edizione del 1923, che conferiscono un fascino particolare a
questo piccolo gioiello letterario. La ristampa è dedicata al popolo italiano
di Fiume e dell’ Istria, disperso e decimato dal feroce genocidio
slavo-comunista del 1945,che incombeva da tempo immemorabile e che ha privato
Fiume della sua anima antica e della sua gente .
Link consigliato
per l’ acquisto :
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.