Una importante
testimonianza dello spirito col quale il miglior fiumanesimo, in questo caso
rappresentato dall’ avvocato Pietro
Marsich ( a cui è intitolata la Camera penale veneziana, evidentemente non colpita
dalla cancel cultur) che
era anche fondatore del Fascio veneziano intendeva i rapporti col fascismo.
Lo
stesso Marsich, dopo una sofferta partecipazione al Congresso fascista di Roma
della fine del 1921, si staccò dal movimento, salvo poi ripresentarsi
all’appello nel momento del bisogno, il 28 ottobre.
Il volumetto ripercorre le
differenze ideologiche fra i due movimenti e trova punti in contatto nello
spirito ardito, nell’ amor di patria e nel bisogno di rovesciare il sistema
vigente , rifiutando però ogni contrapposizione ideologica per via della
radicalità repubblicana e di palingenesi rivoluzionaria/sociale acutamente
presente nel fiumanesimo : “Riconoscere
tutto questo non significa affatto, come
affermano taluni nostri critici, prendere una posizione parallela a quella del
bolscevismo. Il bolscevismo è anzi, non meno del Governo liberale , il nostro
naturale avversario”. Numerose illustrazioni d’ epoca. Ampia introduzione dell’
avv. Edoardo Longo.
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