lunedì 16 dicembre 2024

ALLA RICERCA DELL' AUTORE DEI PROTOCOLLI DI SION

 


Ritorna alla luce   dopo una fugace apparizione durante la guerra, la edizione italiana del libro scritto dal principe russo Nicola Gewakhow, sottosegretario nell’ ultimo governo  zarista prima della rivoluzione bolscevica ed integralmente dedicato ai retroscena del più controverso libro del secolo : I Protocolli dei Savi Anziani di Sion. Il testo di Gewakhow è più attuale oggi di ieri, in quanto è l’ unico libro che si affatica, con successo,  ad identificare l’ autore dei protocolli in ambito ebraico. Oggi siamo tutti vittime della false flag che impone la versione imposta dalla Internazionale Ebraica che vuole i protocolli un mero falso letterario. Così facendo si è impedito dal dopoguerra ad oggi la ricerca dell’ autore dei protocolli nell’ ambito più ovvio : quello ebraico. “ Chi cerca, trova”, ma si è impedito la ricerca. Proprio per non trovare . Per non trovare  le tracce dell’ autore o degli autori  dei Protocolli. Coperti ben oltre la morte dai loro fratelli di razza.

Gewakhow, cercando invece in ambiente ebraico,  rinvenne  tracce che conducevano a un occultista ebreo legato a filo doppio al movimento sionista di cui era il portavoce della fazione più integralista che ebbe il sopravvento e definito dallo stesso Gewakhow come il capo segreto delle organizzazioni ebraiche , una sorta di superiore sconosciuto delle stesse e al comando diretto di molte confraternite segrete ebraiche dell' Est Europa, nonchè governatore delle reti del Kahal , il tribunale segreto ebraico, su cui a lungo si sofferma l' antico ministro zarista in questo libro.  Scritto in ebraico antico , il testo dei protocolli fu proprio la relazione di costui nelle segrete riunioni sioniste, e girò a lungo in ambienti ebraici  come in ambienti massonici  che l’ autore, forte del suo ruolo nel governo russo, descrive minutamente, loggia per loggia. Ad un certo punto trapelò e a quel punto  il  manoscritto, vergato in ebraico antico e,  fuori dalle capacità di lettura di molti, iniziò il suo viaggio carsico, fino ad approdare sulla scrivania di Nilus. 

Non possiamo dire con certezza se il  soggetto individuato  dal principe zarista  in esilio sia stato proprio l' autore materiale del controverso scritto redatto proprio come relazione svolta nei segreti circoli ebraico-massonici dell' epoca, certamente da lui ispirato : ma quello che appare fuori di ogni dubbio è che in questo ambito la genesi dei Protocolli  vada cercata :  fra oscuri ghetti, ambigue sinagoghe e  strane logge, spesso dominate dalla protervia ebraica resa in quegli ambienti senza più freni e ritegno, anni nei quali andava germinando contestualmente la massoneria riservata al soli ebrei, il famigerato Bnai-Birth ( I " figli del patto").  In quel mondo andava indirizzata la ricerca, non distolta e deviata  sulle pagine di qualche romanziere   che della relazione dei Savi  ne  aveva fatto un uso letterario, forse come cauto " segnale" per qualcuno, circostanza frequente, soprattutto da parte di chi ha contatti con ambienti esoterici o segreti. 

 Non c’è da meravigliarsi che questo testo sia stato volutamente cancellato dalle librerie, complice  lo scoppio della guerra mondiale, il provincialismo italiano  e il celere " riposizionarsi" degli ambienti culturali italiani man mano che la guerra volgeva al disastro per le forze vicine al Reich. Sicuramente gli ambienti massonici " in sonno" in Italia avranno accolto molto male un libro che imputava ad ambienti occultistici anche massonici  la genesi e la stesura del famigerati Protocolli. Il rapporto Massoneria e Giudaismo è ancora oggi tabù.   Ma è un testo, quello del ministro zarista, da da leggere assolutamente . Se le ricerche fossero andate sempre nella  direzione proposta dall' autore,  forse oggi il mistero dei protocolli non sarebbe più tale, perchè la direzione impressa dallo studio di Gewakhow ci appare, per spessore di argomentazioni, per il ruolo dell' autore come ministro zarista  a conoscenza di informazioni particolari , proprio quella più convincente : “ Dunque non temeteli : perché non vi è nulla di segreto che non sarà scoperto e nulla di nascosto che non sarà svelato” ( Matteo, 10, 26)

 

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[ Grafico tratto dal volume di Gewakhow ]

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