Un rarissimo testo che ritrova
la luce : uno scritto irredentista di Trieste, pubblicato in proprio nel 1911,
in forma clandestina per sfuggire alle occhiute grinfie della censura e polizia
asburgiche, ancor più oppressive ed invadenti man mano che ci si avvicinava al
fatidico scoccare della Grande Guerra, che liberò tutti i nazionalismi
identitari dal giogo di Imperi ormai al crepuscolo. Uno spaccato della Trieste
nazionalista e clandestina dell’ epoca, fra manifestazioni di italianità,
attentati, repressione poliziesca ,
arresto di patrioti, processi, carceri . Un documento vivace come il cuore e il
carattere degli studenti triestini che lo scrissero. Una vigorosa Italia che
stava per nascere. Notevole la polemica,
politicamente scorrettissima con gli occhi di oggi, contro il gruppo etnico slavo che veniva
fomentato in chiave antiitaliana dalle autorità austriache. Un punto di
attualità, perché indica che laddove esistono conflitti etnici per lo spazio vitale sullo
stesso territorio, il conflitto è inevitabile.
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