L’ ultima parola sulla
vicenda del processo di “ Portovecchio”
di Trieste è stata espressa : a
pronunciarla è stata la Corte di Cassazione in Roma che pochi giorni fa ha
depositato la sentenza della Settima Sezione firmata dal presidente Pistorelli
Luca ( relatore Romano Michele) con cui dichiarava assolti per intervenuta
prescrizione gli ultimi tre imputati che nei gradi precedenti non erano stati
assolti come gli altri, circa una ventina. Ci rendiamo conto che per molti questa
nota può non dire molto e quindi una breve esposizione si rende necessaria per
comprendere l’ importanza di questo verdetto.
“ Portovecchio” è il nome
familiare con cui i triestini chiamano il porto cittadino risalente all’ epoca
asburgica, ma perfettamente operativo e moderno che non è un porto qualsiasi,
perché il trattato di pace del 1948 lo riveste del rango di porto extraterritoriale
, non soggetto alla sovranità della repubblica italiana e della sua voracità
fiscale. E’ posto al centro di quella vasta area che costituisce il territorio
Libero di Trieste, uno stato sovrano che va da Duino fino a Trieste e si spinge
in Istria in territori inglobati ora dalla Slovenia. Uno stato indipendente ,
che è “ in sonno” dal 1948 , inglobato da Italia e Slovenia e che può
riprendere vita da un momento all’ altro con la nomina di un Governatore da
parte dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite. Un evento temuto da molti, ma
auspicati da tanti altri, soprattutto dai triestini e in particolare quando ricevono le simpatiche letterine di Equitalia o della Agenzia
della Entrate della repubblica italiana.
Che il “ Territorio Libero di Trieste” sia rimasto in sonno finora a causa della
guerra fredda, non significa che non esista , che non sia previsto dalla stessa
carta delle Nazioni Unite e – soprattutto – non significa che non possa
realizzarsi da un momento all’ altro.
Nell’ anno 2013 i
militanti indipendentisti di Trieste, nel reclamare l’ internazionalità del
loro porto ( mai contestata da nessuno) e la costituzione effettiva dello stato
sovrano del Territorio Libero di Trieste, svolsero una manifestazione pacifica
proprio in “ portovecchio”, manifestazione molto partecipata intimando un “
ultimatum all’ Italia”.
La democrazia del Bel
Paese rispose con vecchio sistema autocratico di un processo di massa ai
manifestanti per intimidirli e dissolverli : un vecchio trucco che ha sempre
portato fortuna all’ apparato dello stato profondo italico. Il
processo, nel 2017 terminò con una prima serie di assoluzioni di massa : i
militanti imputati non avevano compiuto niente di male . Nel 2021 il processo
di appello che vide l’ assoluzione per prescrizione di un’ altra serie di
imputati per prescrizione. Rimanevano condannati solo tre imputati sui quali lo
stato italiano non mollava la presa, come fosse un cane feroce. I tre
impugnarono ancora e due di loro, difesi dall’ avvocato Edoardo Longo, legale
storico che aveva seguito il processo fin dalle prime battute, fecero pubblicamente
sapere che avrebbe portato avanti l’ ingiusto processo fino alla Corte Europea
perché si pronunciasse sul punto del Territorio Libero di Trieste, amministrato
come “ cosa propria” dalla repubblica italiana.
A questo punto , venne
sabotata l’ ulteriore impugnazione in Cassazione, al punto che la sentenza da
impugnare venne tenuta bloccata per oltre un anno, fino al giorno in cui il
legale – l’ avvocato Edoardo Longo – non venne gettato in carcere a seguito di
una losca manovra dei palazzi di giustizia. Venne pubblicata esattamente 7 giorni dopo che l’ avvocato in carcere,
nella illusoria speranza che non sarebbe stata impugnata. Mal gliene incolse agli aguzzini perché il difensore la
impugnò lo stesso , benchè chiuso in cella di isolamento, dal momento che non
ha mai cessato di svolgere la sua professione, nemmeno in galera.
Il ricorso venne
indirizzato alla Settima Sezione della Corte di Cassazione in Roma,
soprannominata la “ castra ricorsi” perché per statuto pronuncia
solo rigetti tanto che non viene neanche permessa la presenza degli avvocati
difensori . Potenza della “ democrazia “ italica…
Incredibilmente, nei
giorni scorsi la Corte di Cassazione – a sorpresa – ha accolto l’ eccezione di
prescrizione formulata dal difensore mentre era in carcere e anche gli ultimi
condannati sono stati prosciolti. Il mastino ha mollato la presa…
Spirito di giustizia ?
Forse, ma anche no…. Più probabilmente la preoccupazione di evitare che gli
imputati, se non fossero stati prosciolti, potessero ricorrere alla Corte europea dei diritti dell’ uomo con il mastino attaccato ancora ai polpacci e
sollevassero lì la questione del Territorio Libero di Trieste, di fronte a
giudici che non erano della repubblica che li voleva incatenati. Felicissimi
tutti per la loro assoluzione, ma una considerazione finale amara è d’
obbligo : ci sono voluti dieci anni perché gli imputati si liberassero dal
morso tenace della repubblica italiana. E’ stato tentato anche di annichilire
il loro difensore, con metodi degni di una satrapia medio-orientale. Quanti anni ci vorranno perché tutti i
sudditi di questa tirannide assassina chiamata pomposamente “ repubblica
italiana” possano raggiungere
la piena libertà e la pienezza dei loro diritti ?
Redazione di Dissonanze
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