giovedì 7 marzo 2024

DECOMPOSIZIONE DI UN IMPERO

 


Mito americano? Ma anche no. In realtà esiste una corrente letteraria in cui l'America non appare un mito quasi irraggiungibile, una civiltà utopica, quasi una “Gerusalemme celeste” discesa sulla terra, ma ci appare in una dimensione cupa, violenta, avida, scurrile: un infermo volgare germinato sulla terra, patria orrenda di un capitalismo fradicio, dominata da un dollaro usuraio, dove la vita vale come una cambiale e un pugno di soldi sudici carpiti dagli usurai. Un'America ormai degradata dalla pressione sociale del potere di Usura , come ci ricorda con amarezza il grande americano Ezra Pound. Un'America dai lineamenti insani ed adunchi, una nuova Babilonia venuta dall'Oriente che ghermisce anime e vite. Marcello Gallian, scrittore controcorrente e dalla penna sferzante, inaugura questa visione iconoclastica del “mito americano” progressista. Il libro, pubblicato nel 1936 a puntate sulle pagine di “Quadrivio”, settimanale letterario diretto da Telesio Interlandi, ai confini fra avanguardismo , razionalismo, fascismo e arte moderna. “America” è un racconto surreale che dà forma e narrazione alle pulsioni anticapitalistiche del fascismo più rivoluzionario e sociale, e si conclude con una visionaria, incredibile immagine di quanto sarebbe accaduto oltre 80 anni dopo: l'incendio e la distruzione delle Due Torri. Letteratura surreale e profetica?

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