Amerigo Dumini : condannato due volte per l’ omicidio di Giacomo
Matteotti : un destino cui il motto “ vivere pericolosamente” non
è solo una espressione letteraria : ero della Grande Guerra, squadrista della
prima ora, intellettuale, romanziere, partecipe della tragica spedizione
punitiva che costò la vita al deputato
socialista Giacomo Matteotti, due volte condannato per questo – prima dalla
magistratura fascista, poi da quella “ resistenziale” che annullò la
prima condanna scontata per affibbiarne
una seconda, contro ogni principio di legalità - fu anche agente segreto per il governo
italiano durante la seconda guerra mondiale : scoperto e catturato dagli Inglesi,
venne da loro condannato alla fucilazione immediata . Questo racconto autobiografico narra la storia
rocambolesca di questa fucilazione, eseguita, e del modo stupefacente con cui lo stesso Dumini, ferito, notte tempo si salvò da essa sfuggendo agli inglesi per ritornare in una Italia avvilita , tradita e “ liberata” :“ O quanto era meglio rimanere laggiù con
i miei dodici collaboratori del servizio segreto fucilati, piuttosto che
trovarci ogni giorno in uno scandalo nuovo dove il denaro è il solo dominatore
e il mandante di ogni bruttura “. Un finale malinconico per una vicenda al cardiopalmo. L’ altro volto della Storia, attraverso
la voce di un protagonista. Una lettura al cardiopalmo – Dumini fu valido
scrittore e intellettuale – in questo grigio anno matteottiano in
cui nelle librerie troverete i soliti, noiosissimi, pedanti, centoni grondanti
di lividi antifascismo, spesso da operetta. Le edizioni della Lanterna hanno anche
pubblicato in altro volumetto l’ arringa
in difesa di Dumini pronunciata da Roberto Farinacci nel primo processo per la
morte di Matteotti.
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