Un romanzo giallo che
rappresenta una autentica ossessione per gli intellettuali dell’ intellighentzia
yddish in Italia : l' avventura
più aspra del commissario Schurke, della polizia criminale tedesca. Scritto
negli '40 durante la guerra, interpreta i sentimenti popolari più diffusi all’ epoca nei confronti del mondo ebraico, dipinto come
imbroglione, usuraio ed immorale. Un romanzo di classe, messo all' Indice dalla
lobby che non esiste e mai più fino ad ora
ristampato, nonostante la sua valente qualità letteraria. La ottusa
criminalizzazione letteraria giustifica, in nome della libertà di pensiero e
culturale, la determinata decisione di ristamparlo, per la prima volta dal 1941,
per ricucire un tassello lacerato della cultura popolare italiana. Sorpresa : dalla
lettura si scopre che è un ottimo
romanzo giallo e nei tempi attuali aiuta
anche a combattere la sclerosi intellettuale del pensiero unico : impagabile
vedere, per la prima volta, i " buoni" ( ebrei) nei panni dei
" cattivi" e viceversa...tutti gli uomini sono uguali, o no ?
Anticonformista. Un libro per chi non ha paraocchi ideologici.
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