venerdì 17 ottobre 2025

LE MANI DEI TRIBUNALI GRONDANO SANGUE

 



Due deflagrazioni potentissime sono esplose nella campagna veronese nei giorni scorsi : la prima , quelli dei tre disgraziati fratelli, morsi dalla disperazione , che hanno fatto esplodere la loro casa-fattoria circondata dai militari dello stato italiano e- poco dopo,  in rapida successione – la deflagrazione dell’ ira  fremente dei vertici  istituzionali per i fatti successi. Della prima tutti ne conoscono la dinamica, sulla seconda invece, ora che se ne sono dissipati in parte i fumi , conviene svolgere qualche riflessione. Sacra Mummia presidenziale, capi del governo, ministri, porta-borse, media,  lutto nazionale di tre giorni, indagini per strage, funerali di Stato,  tutti indignati per i morti e i feriti del “Verona bombing “, per usare una espressione all’ americana ? In parte, ma solo in parte. In minima parte.  La seconda esplosione ha soprattutto il fine di impedire una analisi  seria sulle cause del fenomeno, ha il fine di non far ragionare, perché la vicenda espone tanti profili che sono un’ onta nei confronti dello Stato e del sistema. Stupisce però che molte persone  non si siano fatte ottenebrare il cervello e affiorino così le riflessioni giuste sulle vicenda. Faccio mie le analisi di Luca Andrea Marinelli, perché le  condivido integralmente :

 “Uno stato che espropria i beni dei suoi cittadini per conto delle banche non è degno di esistere. La resistenza dei contadini veneti ha un che di eroico, sembra rappresentare la rivolta del popolo contro un tiranno avido e prepotente. Certamente, come capita spesso, le azioni superano di molto la personalità di chi le ha compiute, ma l'importante è vederne il significato simbolico e qui abbiamo due mondi diventati incompatibili, quello della speculazione sulla pelle delle persone, fatta con il calcolo degli interessi e delle sanzioni e quello contadino, dove una volta i patti si siglavano semplicemente con una stretta di mano. Anche l'assalto al casale, richiama film come Rambo o Leon, dove l'individuo che vive ai margini della società vuole soltanto essere lasciato in pace e reagisce ai soprusi della polizia. Vedremo questa storia come andrà a finire, non mi sorprenderei se comunicassero tra qualche giorno la morte della signora Ramponi, perché annunciata a caldo indignerebbe la popolazione, e l'emozione sarebbe molto maggiore di quella della morte dei tre carabinieri “.



Le mani dei tribunali grondano sangue. 

La famiglia Ramponi, agricoltori e allevatori, versava in estrema difficoltà economica a causa di un mutuo con firme false e debiti gonfiati, situazione che aveva già portato alla perdita di terreni e aziende .L’anno precedente, dopo minacce simili, lo sgombero era stato sospeso. Nel 2025, nonostante il rischio evidente, il tribunale ha deciso di procedere, ordinando l’ingresso delle forze dell’ordine durante le ore notturne.

Questa tragedia non può essere ridotta a un crimine isolato dei fratelli Ramponi. L’invio dei carabinieri in una situazione ad alto rischio rivela un problema strutturale: le pressioni esterne sulle istituzioni hanno condizionato le decisioni giudiziarie e operative. La responsabilità della morte dei tre militari non è solo dei fratelli Ramponi, ma anche di chi ha esercitato pressioni su tribunali, comune e comando dei carabinieri, affinché lo sgombero fosse eseguito rapidamente, senza le necessarie precauzioni.

Ma chi esercita questo tipo di pressione?

Banche, istituti di credito e grandi interessi economici, capaci di accedere alle "sale del potere" e far valere le proprie pretese. È plausibile che la banca che aveva concesso il mutuo e gestito la pratica fosse interessata a liberarsi dei Ramponi e ottenere il controllo della proprietà. In questo scenario, direttori e funzionari potrebbero aver agito per interesse personale, accelerando la procedura di sgombero a scapito della sicurezza dei cittadini e dei militari.

Il meccanismo è molto semplice e io l’ ho visto all’ opera molte volte nei tribunali perché dietro vi è canovaccio operativo degli strozzini ben consolidato  : vi è un lavoratore, contadino, artigiano, piccolo la voratore autonomo, in crisi  economica e che si rivolge  agli strozzini degli istituti di credito bancari . Non riesce a pagare il prestito nei termini. La banca è garantita da una ipoteca sulla casa o sul laboratorio o sulla fattoria della sua vittima. Questo bene immobile fa gola agli sciacalli bancari. Il debitore è solo un povero lavoratore in difficoltà e non ha “ santi in paradiso”, né è collegato ad ambienti di potere, politici o massonici  o istituzionali che siano : nessun parente in loggia, o nella pubblica amministrazione , in qualche partito di maneggioni o nel mondo giudiziario. E’ il soggetto debole, anzi debolissimo, perfetto per accanirsi contro di lui e spolparlo indisturbati  fino all’ osso. Parte così  l’ azione esecutiva , come la chiama anche il codice processuale in modo macabro   : il credito originario  viene moltiplicato da oneri vari, interessi, anatocismi ben oltre il limite dell’ usura, da  feroci parcelle degli avvocati delle banca, da oneri di consulenti  del tribunale e perizie varie, indennità giudiziarie di vario tipo a pioggia, ricarichi a josa, indennità a ufficiali giudiziari, rimborsi al Foglio Annunci Legali e chi più ne ha , più ne metta.  Tanto il poveraccio non può difendersi, non ha avvocato, o se lo ha è il classico tenerone che non combatte  e si limita a conteggiare la sua parcella che finirà  maramaldescamente nel mucchio vertiginoso di quelle della Banka. Che può fare il malcapitato , triturato  da questa compagnia di jene e sciacalli ?  Al massimo,  una denuncia penale che nessun pubblico ministero prenderà mai in considerazione e che verrà pure archiviata con disprezzo quando il malcapitato sarà stato spolpato fino all’ osso dalle banche e dalla  loro corte di parassiti giudiziari. Alla fine, il debito iniziale sarà cresciuto di cinque, sette, dieci volte. L' impegno   della banca è solo quello di moltiplicare il proprio credito al massimo, per rubare l’ immobile e non fa sforzo alcuno per  trovare altra soluzione che sia conciliativa . Tutti uniti per spolpare il poveraccio che è socialmente fragile e  in balia di ogni appetito.

Il risultato è un meccanismo drammaticamente lineare e perverso : il tribunale impone lo sgombero,  le forze dell' ordine  ricevono l’ordine, che va eseguito, spesso senza poter valutare pienamente i rischi.  E tutti i responsabili di questa operazione , dalla Banca in giù, passando per la struttura giudiziaria, si sentono perfettamente  innocenti perché hanno solo compiuto il dovere del loro lavoro e ufficio, facendo finta di non sapere di essere  ingranaggi di una macchina divoratrice perversa. Tanto, se rallentano il loro reciproco operare in obiettiva  sinergia, non mancano neppure  le dazioni ambientali in ambito giudiziario, per giungere all’ obiettivo finale : portar via la casa alla  vittima, pagandola un decimo del suo valore e dopo aver fatto lievitare di dieci volte il credito per impedire ogni soluzione diversa e garantirsi il pignoramento. Hai un debito  di cinquantamila   euro ? Te lo fanno lievitare, con la complicità della magistratura, fino a quattrocento/ottocentomila   euro , a quel punto boccheggi, non puoi pagare più neanche volendo,  ti rubano  la casa e se la acquisiscono fra compari  a prezzo di favore ad  asta libera al valore di poche migliaia di  euro, al massimo, realizzando un profitto indecente sulla tua pelle Loro ingrassano con il tuo sangue e tu puoi morire sul bordo di un marciapiedi. Senza disturbare, però.  In nome della repubblica italiana e della sua strana  legalità.

Dietro questa vicenda si cela un problema più ampio: il diritto alla prima casa, sancito dalla Costituzione italiana, viene sistematicamente sacrificato per tutelare il capitale. Nessuno dovrebbe rischiare di perdere la propria abitazione, nemmeno in difficoltà economiche. Dalla crisi del 2008, i pignoramenti sono aumentati in modo esponenziale, lasciando centinaia di migliaia di famiglie nella disperazione. Secondo dati ISTAT, tra il 2008 e il 2009 si registrarono 7,4 suicidi ogni 100.000 abitanti, molti legati a difficoltà economiche e indebitamento.


La vicenda dei Ramponi è un esempio estremo di come il diritto possa trasformarsi in strumento di oppressione. Chi dovrebbe finire sotto processo non sono i cittadini in difficoltà, ma le banche, gli enti di credito e i professionisti che hanno contribuito a creare debiti ingiusti e hanno esercitato pressioni sulle istituzioni. In questa vicenda, lo Stato e la magistratura hanno agito come esecutori di interessi economici, non come garanti della vita e della sicurezza dei cittadini. Il caso di Castel d’Azzano è una tragedia annunciata e una denuncia sociale: un paese che permette che cittadini finiscano in disperazione estrema, fino a mettere a rischio la vita propria e quella dei militari incaricati di applicare la legge, la strana legge italica,  ha perso il senso dell’umanità.

Qui in Veneto in molti si sono suicidati quando hanno sentito  sul collo il fiato mortifero delle banche,  piuttosto che morire di fame  sulla strada. Qualcuno ha reagito, come Luciano Franceschi, indipendentista veneto,    che ha preferito il carcere, ma non ha rinunciato all' Onore,  ed è andato a scaricare un revolver addosso al direttore di banca che aveva attivato nei suoi confronti il protocollo assassino per portargli via la casa. E infatti, il povero Franceschi è morto  prima che la sua condanna penale fosse finita. Merita di essere conosciuta la sua vicenda attraverso i suoi libri,  fra cui  ricordiamo c’ è anche una consulenza tecnica sullo strozzinaggio bancario in Italia che ho fatto redigere in occasione del processo al povero Franceschi.


Negli ultimi anni esiste un Comitato, il Comitato di Liberazione Nazionale Veneto che dava supporto e sostegno alle vittime del protocollo assassino con cui le banche spolpano le loro vittime rubandogli casa e attività . Questo Comitato organizzava anche sit in in occasione di sfratti come quello del Verona bombing per sensibilizzare le forze dell’ ordine e dare respiro ai cittadini sotto esecuzione . Funzionava. Ma i tribunali per far cessare l’ intervento del CLNV, ne ha sepolto dirigenti e militanti sotto gragnuole di denunce penali insensate ma rovinose. E ha pure colpito il loro legale, cioè il sottoscritto, mandandomi  prima in galera innocente e poi, con la ben oliata  corruzione di sistema, impedendomi da due anni di lavorare.

Si. Le mani dei tribunali grondano sangue : del sangue di tutti quelli che sono morti o hanno conosciuto la miseria e la disperazione a causa della licenza di uccidere che hanno conferito alle banche ed agli usurai. Come diceva il grande poeta Ezra Pound, sotto il dominio di Usura nessuno può vivere.

Avvocato Edoardo Longo

 



PER CONOSCERE LA TRAGEDIA  DI LUCIANO FRANCESCHI, CLICCA QUI E ACQUISTA I LIBRI CHE PARLANO DI LUI E DELLE VITTIME COME LUI . MIGLIA DI CITTADINI CUI E' STATA TOLTA LA CASA DA UNO STATO COMPLICE DEGLI USURAI :

https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Opere%20di%20Luciano%20Franceschi

 

 

 

 

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.