giovedì 7 marzo 2024

FINIS EUROPAE



Alfred Rosenberg non ha certo bisogno di particolari presentazioni.  Tributario del pensiero di de Gobineau e di Chamberlain, deve molto anche alle analisi dello statunitense Madison Grant a dimostrazione che la cultura identitaria americana e quella nazionalsocialista non erano così distanti ed incompatibili. Oggi la figura di Rosenberg è tabù, ma i tabù non  hanno mai favorito  lo sviluppo culturale. Viene qui pubblicato  per la prima volta  il testo di una relazione trasmessa da Alfred Rosenberg alla reale Accademia d’ Italia , classe delle scienze morali e storiche , in occasione di un Convegno internazionale tenutosi a Roma nel novembre 1932 sulla crisi del Continente Europeo. Le tesi espresse da Rosenberg sono francamente di una attualità odierna impressionante e prefigurano in modo quasi fotografico la fatiscenza irreversibile dell’ attuale Unione Europea, allora lungi dall’ esser realtà. Si legga questo passaggio del libretto : “ Chi dunque pensa sul serio ad un’ Europa che sia unità organica di una forte molteplicità e non una grossolana addizione, deve riconoscere i quattro grandi nazionalismi come dati a noi dal destino ; e quindi aspirare che essi realizzino  tutta la forza irradiante dai loro nuclei vitali. La distruzione di uno dei qualsiasi di tali centri per opera di una qualunque potenza non avrebbe per effetto alcuna “ Europa”, ma produrrebbe un caos , nel quale anche gli altri centri della civiltà verrebbero a perire”. Un testo profetico che è possibile leggere solo  oggi, dopo quasi 80 anni  di censura “ democratica” fondata sulle forche di Norimberga.

 

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