PS:
nella foto, il libretto originale (1920) di Piero Belli, e la ristampa (con
introduzione di Giacinto Reale e con titolo diverso) del 2023, delle Edizioni
della Lanterna.
§
Il
fascismo ebbe, fin dall’inizio, la sua liturgia e i suoi “riti”, dedicati ad
onorare i caduti….Emilio Gentile ha scritto in merito cose molto
interessanti…procedure derivate dall’esperienza di guerra e poi di Fiume, con
l’esposizione della bara scoperta, poi il trasporto, il picchetto, l’ ”attenti”
e il “presente”….momenti culminanti di una comunità che ogni giorno rischiava
la morte.
Come
prevedibile, tali manifestazioni, per il forte impatto emotivo ecoinvolgente
che avevano, anche per gli osservatori “esterni”, furono sempre ostacolate
dalle Autorità…in più di un caso (a Venezia e a Bologna, per esempio) gli
uomini delle squadre si impadronirono con la forza della salma del camerata
caduto, per tributare ad essa onoranze degne.
Il
primo caso, però, si ebbe a Trieste….qui, ad essere prelevata dall’ospedale
civile, dove era temporaneamente custodita, in attesa di una sepoltura che il
prefetto voleva “per pochi intimi”, per non turbare la sensibilità degli
anarco-socialisti assassini, fu la salma di una Guardia Regia Giuffrida,
linciato qualche giorno prima, mentre, fuori servizio, si trovava su un tram
cittadino.
Protagonista
del “furto” Pietro Belli. corrispondente locale del Popolo d’Italia, che, “a
caldo” ricostruirà l’accaduto in uno scarno libretto (“Il furto di un
cadavere”, appunto)….mi piace riportarne qualche riga, per lo stile veramente
“salgariano” del racconto…non per niente l’accusa che i benpensanti dell’epoca
rivolgevano agli scavezzacollo in camicia nera era proprio quella, di aver
letto “troppo Salgari”:
“Potevano
essere le due di notte dopo la mezzanotte, quando alla porta principale di
ingresso dell’Ospedale, due Ufficiali dei bersaglieri picchiavano furiosamente,
sorreggendo a braccia un giovane che sembrava svenuto….Un infermiere aprì
finalmente lo spiraglio, e, visto il ferito, si affrettò a spalancare la
porta…quando, improvvisamente, un nuvolo di uomini irrompe dall’esterno e
penetra nell’atrio con il tumulto tempestoso dell’assalto. E’ un attimo. Il
ferito si drizza senza più le bende…. il capo della spedizione è lì…, con la
rivoltella in pugno. E dietro di lui sono dieci uomini che spianano
silenziosamente le armi. “Ohè, il primo che fiata è un uomo morto!”….Anche la
guardia di PS si è pacificata…..Dice, a un certo momento: “Fascisti ?” E una
voce, dall’ombra, risponde: “Precisamente”. E tutto, allora, pare chiaro…..Le
sentinelle….hanno fatto appena in tempo ad urlare: “Chi va là!” Ed hanno potuto
anche imbracciare il loro moschetto. Ma sono già abbrancate dalla stretta
ferrea di un abbraccio che atterrerebbe un bue. E senza neanche avere il tempo
di dire una parola sin trovano senz’armi.”
Salgari…..appunto.
Giacinto Reale
Ricercatore storico
https://www.facebook.com/giacinto.reale.98?locale=it_IT
Link per l’ acquisto del libro :
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