Data una società ed una
civiltà come le attuali, nel ribelle, in colui che non si adatta,
nell’asociale, è in via di principio da vedersi l’uomo sano. Quando tutte le
istituzioni divengono equivoche o addirittura sospette, e persino nelle chiese
si sente pregare ad alta voce per i persecutori, anziché per le vittime, la
responsabilità morale passa nelle mani del singolo, o meglio del singolo che
non si è ancora piegato. Il ribelle è deciso ad opporre resistenza, il suo
intento è dare battaglia, sia pure disperata.
Ribelle è colui che ha un
profondo, nativo rapporto con la libertà, il che si esprime oggi
nell'intenzione di contrapporsi all'automatismo e nel rifiuto di trarne la
conseguenza etica, che è il fatalismo. Tra il grigio delle pecore si celano i
lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà.
E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un
brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si
trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti.
Ernst Juenger, “Trattato del Ribelle”
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.