I media sono come un
interruttore, accendono e spengono la luce sugli eventi a loro piacimento.
Salta per aria il casale, celebrano i funerali dei carabinieri, il clamore
mediatico è assordante. La presunta responsabile del dramma - che a prescindere
dal suo gesto suscita un'immediata empatia con la maggioranza del popolo
italiano - muore intubata in un ospedale, oppure già è morta e non riesci a
trovare uno straccio di notizia. Eppure è un soggetto debole, donna e povera (
o meglio, diventata povera). Forse i suoi difetti sono l'essere italiana al
100%, in una società che rinnega le sue origini. Per certi aspetti ricorda
Maria Pasquinelli, la maestra istriana che a Pola nel 1945 uccise un ufficiale
inglese. La Ramponi affrontava il dramma del pignoramento della sua casa, la
Pasquinelli il dramma di un popolo costretto ad abbandonare la sua terra.
Azioni spietate, ma commesse nel rispetto delle regole, del diritto e dei
trattati internazionali. Entrambe coraggiose e coerenti fino in fondo, dal loro
punto di vista le due donne si sono ribellate contro chi minacciava la loro
esistenza. In fondo, se nel maggio del 1944 un'italiana si fosse fatta saltare
per aria nella sua casa per difendersi dai marocchini che volevano stuprarla,
oggi sarebbe considerata un'eroina. E lo stato italiano di oggi è in qualche
misura il prodotto delle marocchinate di ieri, perché i Goumier erano parte
dell'esercito di liberazione. Quindi non sorprende che non si parli più della
Ramponi, anche se le sue notizie aumenterebbero di molto le vendite dei
giornali. Perché hanno paura di quello che potrebbe rappresentare per un popolo
che subisce soprusi continui e non se ne rende conto. E potrebbe reagire in
maniera dissennata, come la Ramponi.
Luca Andrea Marinelli
https://www.facebook.com/luca.a.marinelli?locale=it_IT


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